lunedì 31 dicembre 2018

P. Malachi RIVELA che Benedetto XVI SUBÌ un DIKTAT




Sebirblu, 31 dicembre 2018

Padre Malachi Martin (cfr. anche QUI; ndt) sin dagli anni '90 ha sottolineato che la nostra epoca è peggiore di qualsiasi altro periodo in cui la Chiesa è stata perseguitata.

Ha sostenuto con la più grande fermezza che nessuno dei pontefici ‒ Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II ‒ ha obbedito a Nostra Signora di Fatima:

"Questi papi non hanno eseguito il mandato della Regina dei Cieli. Ella ha detto infatti: «Tutti voi vescovi, insieme e nel medesimo giorno, consacratemi la Russia. E la Russia si convertirà».

Se questa richiesta fosse stata soddisfatta, la Russia sarebbe diventata cattolica, il marxismo si sarebbe dissolto e non sarebbero sopravvenuti dei castighi. Ma ha anche aggiunto: «Se voi non fate questo, mio Figlio vi punirà tutti».

Ora, Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II hanno ignorato quest'ordine e avvertimento..."

Al fine di spiegare perché la consacrazione non sia stata ancora compiuta, Padre Martin ha dichiarato che il motivo è da addurre a Lucifero. Egli ha semplicemente troppo potere fra i prelati della Chiesa, ed è in grado di neutralizzare quelli che cercano di resistergli. (Ved. QUI, QUI, QUI e QUI; ndt).


Ordinazione sacerdotale in un tempio massonico in Portogallo

In «Tempter's Hour» (L'Ora del Tentatore), nell'intervista realizzata da Triumph Communications, Padre Martin ha parlato del suo libro «Windswept House» (la Casa battuta dal Vento) e ha affermato che il «95% degli avvenimenti (contenuti nel testo) sono veri, ma descritti in forma romanzesca».

Ha asserito che il tema principale dell'opera riguarda la «Chiesa Cattolica romana» in piena apostasia. E ha proseguito dicendo che i termini scismatici, eretici e apostati spesso da lui utilizzati vengono usati male e fraintesi.

Il sunto delle sue definizioni è questo:

Se sei scismatico, significa che contesti il potere o la giurisdizione della Chiesa.

Se sei eretico, neghi una o più dottrine insegnate dalla Chiesa. Sostenendo una eresia, non significa che hai completamente perso la fede, ma che ti trovi in grave pericolo di perderla.

Se sei apostata, neghi le verità basilari della Chiesa, come l'Inferno, la Grazia divina o il peccato, riducendolo a mera offesa sociale.

Padre Martin ha aggiunto:

"Al momento attuale (1997), un numero molto consistente di cattolici è nell'apostasia. Vi sono stati condotti da «ecclesiastici» anch'essi apostati. Almeno una parte minore, ma considerevole, di «cardinali», «vescovi», «preti» e religiosi ne è preda. Costoro non professano più le verità fondamentali della cristianità e ancor meno quelle del cattolicesimo."

Adesso, quasi una generazione dopo, è chiaro che tale "minoranza considerevole" di "cardinali" e "vescovi" è diventata ormai maggioranza.

Padre Martin ha paragonato l'attuale situazione alle eresie della rivolta protestante, segnalando che né Lutero, né il Re d'Inghilterra Enrico VIII negavano verità come l'esistenza del Paradiso e dell'Inferno, o ancora la Grazia santificante e la rivelazione divina, essendo il loro errore primario la pretesa di conservare il magistero.


Messa in un tempio massonico, ancora in Portogallo.

"L'apostasia attuale è peggio dell'eresia ariana... Siamo in un contesto terribile in cui i consacrati non credono che Gesù sia presente nel Santissimo Sacramento, né che Egli sia Dio. E vanno anche oltre.

Un  celebre  gesuita  francese,  Teilhard de Chardin,  riteneva  che  Dio  non  avesse fatto l'uomo, ma che l'uomo sarebbe diventato Dio... Alcuni «cardinali» sono di quest'avviso. Non credono più all'Incarnazione come la conosciamo, né alla Risurrezione. Sono apostati, eppure sono in carica, ed hanno la responsabilità della Chiesa!"

Padre Malachi ha rimarcato pure che la maggioranza dei «cattolici» "viene raggirata, perché condotta fuori dalla Vera Fede senza nemmeno accorgersene. Il «vescovo» e i suoi «preti» dicono spesso che non è poi così grave accostarsi ai sacramenti se si è omosessuali  (attivi; ndt)  o divorziati e risposati civilmente."

Bisogna tener conto, tra l'altro, che egli diceva questo nel 1997... Possiamo valutare, perciò, la rilevanza delle sue osservazioni in rapporto al Sinodo Kasperiano... (ved. QUI; ndt).

L'intervistatore, Bernard Janzen, ha sottolineato che «una delle impronte principali dei membri della gerarchia è quella di non negare apertamente le dottrine e i dogmi della Fede, ma di limitarsi ad ignorarli». Allora Padre Martin ha confermato che costoro "agiscono come se gli insegnamenti non esistessero più."

Malachi ha spiegato poi che uno dei temi secondari del suo libro «Windswept House» è questo:

"In breve tempo, umanamente parlando, non vi sarà più alcuna istituzione visibile della Santa Chiesa Cattolica Romana." Ed ha ribadito con enfasi: "non vi sarà più istituzione alcuna..." aggiungendo "Si può parlare di autodemolizione..."

Nel corso degli anni '60, è avvenuta una consacrazione diabolica, l'intronizzazione di Satana in Vaticano... È un fatto storico... compiuto dai satanisti di tutto il mondo, e dunque è Lucifero che detiene il potere a Roma.

La Santa Sede non è ancora in suo possesso, ma io sono certo che egli spera di disporre di qualche futuro papa, in modo che la «Casa» sia veramente sua.

Il solo uomo che può espellere Lucifero da Roma è il «padrone di Casa», e questo «padrone» è il papa. Spetta a lui procedere all'esorcismo, alla sua pulizia."

Così, nel 1997, Padre Martin poteva dire che il Maligno non possedeva ancora la «Casa», ma ora che Bergoglio/Danneels hanno il papato, chi può dirlo?... (Beh... dal frutto si vede l'albero... no? Ndt).




In seguito, lo stesso Malachi ha detto che per quanto Don Gabriele Amorth (ora deceduto; ndt) e la sua équipe di esorcisti siano molto competenti, emergono dei limiti al loro agire perché la signoria della «Casa» è in mano a Bergoglio.

Come appena accennato, nel libro di Padre Martin viene descritta una doppia messa nera tenutasi in contemporanea nella Cappella Paolina e negli USA il 29 giugno 1963 (ved. QUI; ndt) per insediare Lucifero in Vaticano, e dove il sacerdote ha sostenuto che tale atto si sarebbe concretizzato durante i 50 anni successivi a tale data, vale a dire entro il 29 giugno 2013. 

Di fatto, proprio nell'anno in cui Bergoglio rilevò il controllo delle Mura Leonine installandovisi con il suo carissimo amico Mons. Ricca.

Il 29 giugno 1972, ossia nove anni dopo la suddetta intronizzazione, Paolo VI si lamentava così:

«Si credeva che in seguito al Concilio Vaticano II sarebbe brillato il sole nella storia della Chiesa. Ma al posto del sole, abbiamo avuto le nuvole, la tempesta, l'oscurità... Come è potuto succedere? Una potenza avversa si è infiltrata... il cui nome è diavolo... Noi crediamo all'azione del Maligno che imperversa oggi nel mondo... abbiamo il sentore che per qualche fessura, il fumo di Satana sia entrato nel Tempio di Dio.»

Nel suo libro «The Kingdom of Darkness» (Il Regno delle Tenebre), Padre Martin descrive ciò che significa «il fumo di Satana» evocando un'intervista che Paolo VI concesse, poco prima di morire, al suo carissimo amico Jean Guitton.

Questi, avendo interrogato il papa su tale espressione da lui frequentemente ripetuta, si sentì rispondere:

«Sì, il fumo di Satana è nel Santuario. E a causa della sua presenza i cattolici sono destinati a diventare una parte infinitesimale dell'umanità.»




Padre Martin ha proseguito così:

"Dobbiamo ricordarci questo. Un nuovo assalto è stato lanciato, ed è molto semplice. La tentazione è la seguente: «Siate come il resto degli uomini. Adorate un dio generalizzato. Siate buoni, compassionevoli e umanitari. Congiungetevi agli altri per costruire il mondo terreno dell'uomo».

A Roma esiste una «Forza» che al momento presente è inamovibile. Essa non può essere rimossa con mezzi umani ordinari. È qui che entra in gioco, bisogna dirlo di nuovo, la Fede nella Nostra Signora di Fatima; Ella disse, infatti, che solo Lei poteva salvare la Chiesa, perché era ciò che Suo Figlio voleva.

Questo, non per propria scelta, ma appunto per quella di Cristo. Fu Lui a stabilire che alla fine sarebbe stata Sua Madre a salvare l'Istituzione apostolica che aveva fondato. Se si leggono attentamente le parole che la Madonna ha detto a Suor Lucia, vi si troverà un messaggio chiarissimo: «Le cose vanno male. Tanti eletti perderanno la Fede»."  Ed ha aggiunto ancora:

"I Luciferiani hanno un programma molto stretto. Riguarda una profezia interna secondo cui avrebbero perso se il loro Principe non si fosse correttamente insediato nella Cittadella, ossia in Vaticano. Ora, per infiltrare Satana e completare quella intronizzazione, sarebbe stato necessario liberarsi del papa (in quel tempo Wojtyla; ndt)."

Si noti che Padre Martin rivelò questo nel 1997. Si può arguire, quindi, che la fazione Danneels/Kasper doveva essere molto impaziente del fatto che, non solo Giovanni Paolo II tenesse ben stretta la barra di comando, ma che pure Benedetto XVI, a lui subentrato, fece quello che doveva per resistere "ai lupi", promulgando il suo Motu Proprio a favore della perpetuazione del Sacrificio della Messa (documento inviso ai "modernisti"; cfr. QUI; ndt).

Così, lo costrinsero a dimettersi. (Cfr. anche QUI; ndt).

Nella medesima intervista, Janzen ha domandato a Padre Malachi Martin se fosse stato possibile per i cardinali eleggere un papa eretico. Padre Martin ha risposto:

"Sì, noi potremmo avere un pontefice apostata. In tal caso precipiteremmo in una spaventosa situazione. Vivremmo un vero incubo. Questo metterebbe alla prova la Fede stessa del più grande santo. Essa sarebbe ridotta a brandelli.


Il pugno chiuso di Bergoglio sembra evocare ciò che ha detto in aereo verso Manila nel 2015:
"Si aspetti un pugno chi offende mia madre!" Cfr. QUI.

Se ciò dovesse accadere, «essi» (del Regno delle Tenebre; ndt) avrebbero fatto centro, e noi saremmo costretti a rifugiarci nelle catacombe. Noi, Bernard, stiamo davvero per divenire, come ha dichiarato angosciosamente Paolo VI, una parte infinitesimale di umanità."

Pertanto, noi ci troviamo adesso qui, come membri di questa Chiesa post-sinodale. Rammentiamo l'avviso di Padre Amorth: "A meno che il pontefice o i vescovi non consacrino la Russia, come domandato dalla Vergine prima della fine di ottobre, il castigo arriverà poco dopo.

Quello che bisogna ricordarsi è che tale castigo è iniziato già da parecchi anni, benché i cattolici infedeli e tiepidi non se ne siano accorti. Riguarda il "Ritiro della Grazia" (ossia l'effusione dello Spirito Santo; ndt) dai papi, dalla gerarchia e dai preti, in seguito al rifiuto dei pontefici di obbedire alla Madre di Dio. (Cfr. QUI; ndt).

Sciaguratamente, questa sparizione della Fede non è stata percepita come un terribile castigo, perché molti cattolici l'avevano già perduta e non erano più scandalizzati per la corruzione della Dottrina e della Liturgia, né tanto meno per le perversioni che, nel frattempo, si sono ampiamente diffuse in tutto il clero.

Di conseguenza, la maggior parte della gente non reagisce e non si domanda perché sia scomparsa la Fede, nemmeno di fronte all'apostasia aperta che si mostra sfacciatamente in questa Chiesa della Misericordia post-sinodale, la «nuova chiesa» istituita da Bergoglio (il Falso Profeta; cfr. QUI, QUI, QUI e QUI; ndt).

A questo punto, Dio probabilmente darà inizio alle tappe finali del castigo. Sarà la purificazione  del  mondo materiale,  con  immense  sofferenze a ragione  delle  quali "i sopravvissuti invidieranno i morti". Ma ciò prenderà di sorpresa la maggioranza degli uomini perché, non avendo essi prestato ascolto alle parole della Madonna, le loro menti e gli spiriti saranno oscurati.

In questo momento storico e apocalittico, all'orizzonte si intravede l'avanzata di una guerra massiva, ben peggiore di quanto non si sia mai vista sulla Terra. In tale pazzia, la Chiesa sarà quasi del tutto annichilita. È l'obbiettivo dei "modernisti" da numerose generazioni, ma essi saranno distrutti, e "il Piccolo Resto" fedele sopravviverà.

Allora l'Altissimo mostrerà ancora una volta CHI è il Signore del Cielo e della Terra, poiché le forze naturali reagiranno per cacciare gli usurpatori e ripulire il pianeta, ripristinando l'Ordine Supremo e con esso la Vera Fede.

Traduzione, adattamento e cura di Sebirblu.blogspot.it


sabato 29 dicembre 2018

EROICA L'ACCUSA di Don Minutella DIRETTA al "papa"


Il Rinnegamento di Pietro di Peter Janssen (1869)

Sebirblu, 29 dicembre 2018

Nel vasto coro di indignati dissensi da tutto il mondo (ved. QUI) contro questo pontificato, che diventa ogni giorno più fragoroso, emerge come un uragano la voce tonante di un "novello Davide" che "osa" rivolgersi direttamente al massimo esponente della Chiesa Cattolica Universale ‒ l'argentino Bergoglio ‒ usurpatore acclarato del Soglio di Pietro.




Come si è visto e udito, Don Minutella, di cui ho parlato ampiamente, soprattutto QUI, QUIQUI e QUI, è il sacerdote coraggioso che per primo MERITA di essere menzionato in quanto è l'UNICO ad aver avuto l'ARDIRE di affrontare da SOLO il "gigante Golia", ossia la Chiesa di Roma!

L'UNICO che ha perso TUTTO! E che è pronto anche al MARTIRIO pur di difendere la PAROLA VERA insegnataci da Nostro Signore! UDITE! UDITE! o voi Dormienti, come opera lo SPIRITO SANTO per mezzo di quest'uomo governato da Dio!

E passiamo ora ad altre voci, meno conosciute, ma non meno decise a smascherare ciò che ancora la maggioranza NON VEDE o non vuol vedere.

Padre Elia Shaffer, frate carmelitano, di cui si può conoscere qualcosa in più QUI, o nel suo blog QUI, è stato intervistato dalla redazione della "Corsia dei Servi" QUI. Di tale incontro, riporto alcune risposte da lui date al suo interlocutore:




Padre Elia, che tempi sta vivendo la Chiesa?

La Chiesa sta vivendo una situazione di gravità e drammaticità assoluta perché quella che si definisce oggi Chiesa cattolica è in realtà una chiesa protestante. In questi tempi sono presenti soltanto residui di cattolicità: pochi fedeli sparsi un po' qua e un po' là, pochissimi sacerdoti degni di questo nome, ancor meno vescovi e cardinali. Questi residui di cattolicità sono la Chiesa cattolica.

Per il resto, qual è la realtà? Seminari semivuoti in cui si insegna l'eresia e in cui si attenta alla formazione del sacerdote; crollo delle vocazioni religiose maschili e quasi azzeramento di quelle femminili; parrocchie ‒ gestite come feudi personali da parroci ora don Abbondio ora don Rodrigo – dove si corrompe la Fede presentando una nuova religione basata sul sentimentalismo e camuffata da misericordia (non è un azzardo dire: vuoi perdere la fede? Vai in parrocchia).

Un insegnamento dottrinale stravolto seguendo Rahner ed i suoi sciagurati discepoli; liturgia profanata e gravemente oltraggiata da funzioni che hanno soppiantato il sacro con grottesche ed insolenti sceneggiate; sacerdoti in crisi d'identità che nemmeno sentono più l'esigenza né comprendono il significato di vestire la talare... La galleria degli orrori è lunga: devo continuare?

Se devo sintetizzare, la prova di una chiesa non più Chiesa è la presenza di due papi: questo è un fatto talmente enorme in tutta la sua evidenza che paradossalmente non riusciamo nemmeno a vederlo.


Natale 2018 - Bergoglio fa visita a Ratzinger che lui chiama "nonnino"

Da una parte Benedetto XVI la cui abdicazione ha provocato uno sconcerto e una sofferenza tali in molti fedeli a lui affezionati che si ha la netta sensazione di essere stati persino traditi: il pastore che abbandona* (checché se ne dica) le pecorelle lasciando campo aperto all'intrusione nel gregge di lupi rapaci.

* (Papa Ratzinger è stato costretto all'abdicazione, per le pressioni enormi che ha ricevuto, ved. QUI; ndr).

Dall'altra parte Francesco, catapultato non si sa come (SI SA! Con la "Mafia di S. Gallo; ved. QUI, QUI e QUI; ndr) sul soglio pontificio ed incredibile demolitore della dottrina e della liturgia cattolica ad ogni suo piè sospinto: ogni suo discorso contiene qualcosa di stonato sicché invece di chiarire, tutto si complica divenendo fumoso, ambiguo, sibillino, per certi aspetti seducente persino...

Ma la Chiesa per duemila anni ha sempre detto e fatto cose diverse e in molti casi addirittura opposte: dunque bisogna stare molto attenti e, in tempi di confusione e pericolo per le nostre anime come l'attuale, seguire la Tradizione, che è immutabile, unica certezza per non deragliare dal retto cammino e per non imboccare strade pericolose e letali per la nostra salvezza. [...]

Come si è giunti fino a questo?

Prima del 1962, data d'inizio del Concilio Vaticano II, non che la Chiesa non fosse stata  alle  prese  con  problemi  di  vario genere.  Tuttavia  il  Male,  parte del quale  si era insinuato in alcune pieghe del suo sacro vestito, era, in un certo qual senso, trattenuto; da che cosa? Dalla Messa!

Chi stoltamente (pensando di migliorare la Chiesa) o malignamente (pensando l'esatto contrario) ha modificato quella sacra liturgia che impediva al Male di deflagrare, ha fatto sì che il demonio avesse campo aperto.

Il risultato è una società devastata sia sul piano materiale che spirituale (ved. QUI e QUI; ndr): è una società in cui spadroneggia il Maligno in persona, presente più che mai in mezzo a noi come se nulla fosse (cfr. QUI, QUI, QUI e QUI; ndr). Come è riuscito a realizzare un tale risultato?

Dal 1962 (data fatidica) in avanti: perché, se per una generazione o due, prima della sua comparsa, la formazione dei cattolici fosse sprofondata nel caos? Se si fosse realizzata una massiccia classe di persone incolte dal punto di vista dottrinale, incapaci di distinguere fra la verità autentica e il sentimentalismo religioso? Non sarebbe stato questo il momento giusto per materializzarsi ed agire indisturbato compiendo uno sconquasso dietro l'altro?


Nel 1962 è iniziato il Concilio Vaticano II, dando il via al disastro di oggi. (Cfr. QUI e QUI). 

Apriamo gli occhi e impariamo a non dare più nulla per scontato, sforziamoci di usare il cervello e affidiamoci con fervorosa preghiera al Signore e alla Madonna affinché illuminino la nostra mente e infiammino i nostri cuori. [...]

Quali armi abbiamo per difenderci dal Male imperante?

Prima di tutto prendere coscienza di quanto sta accadendo. È urgente comprendere il lavaggio del cervello (soprattutto in parrocchia) a cui ogni giorno siamo sottoposti e quindi prendere le contromisure necessarie. Quali?

Cercare e fare tutto il possibile per partecipare alla Messa di sempre dove è certo che si sarà in presenza di un vero rito sacro e propiziatorio di grazie (dal momento che non sono ammesse licenze liturgiche, né altre strampalerie). Vien da sé l'ovvietà di sforzarsi nella ricerca di quei sacerdoti che si sono rifiutati di celebrare il Novus Ordo Missae, scegliendo di rimanere fedeli costi quel che costi alla Messa Vetus Ordo.

A tal  proposito  fatico a comprendere la scelta  dei  sacerdoti  bi-ritualisti  se non con la volontà di non rinunciare a comodità o scansare fastidi e persecuzioni che ne deriverebbero abbracciando solo il Vetus Ordo. Ma il sacerdote deve profumare di santità ed essere punto di riferimento ai fedeli per la sua coerenza nella Fede: la furbizia o la codardia mal si conciliano con la vocazione sacerdotale.

Non si può dimenticare che il cattolicesimo è una religione di verità assolute. Ciò sta a significare che chi si professa cattolico (e ancor più questo vale per un sacerdote) non può cercare il compromesso in nessun ambito, a maggior ragione su questioni di Fede (liturgiche e dottrinali). Non si può compromettere una parte della Verità senza finire col collasso della Verità tutta intera. [...]

Sembra di essere in guerra...

Non "sembra", siamo in guerra. La Chiesa cattolica sarà sempre perseguitata dal mondo perché appartiene a Cristo, è il suo corpo mistico. Sta scritto: "Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa Mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani" (Matteo 10, 17-18).

I cattolici veri saranno continuamente perseguiti (ved. QUI: ndr) perché sono nel mondo ma non del mondo. Perciò il mondo si riversa contro di loro perché non li sopporta, non sopporta Cristo. (Cfr. QUI e QUI; ndr).

La società moderna vive una specie di rimozione collettiva dei Novissimi: morte, giudizio, inferno, paradiso; di conseguenza la vita di quaggiù si riduce a un tentativo folle di inventare un paradiso in Terra, una vita senza Dio, una libertà sradicata dalla Verità.

Tutto ciò è velleitario e macchiato da una ribellione verso il nostro Creatore che continua a perpetrarsi lungo la storia. Ma sofferenza, malattia e morte demoliranno sempre ogni tentativo di costruire un paradiso artificiale.


Marcello Ciampolini - 1998
(oro e carne: gli strumenti su cui fa presa il Maligno)

I cattolici che non si conformano a questa visione aberrante della vita sono e saranno perciò sempre sotto attacco da chi è nemico di Dio. Ma quanto gratificanti e soavi sono le parole di Gesù: "Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa Mia. Rallegratevi ed esultate perché grande è la ricompensa preparata per voi nei Cieli" (Mt 5, 11-12).

È l'eterna lotta tra il Bene ed il Male, non è così?

Sicuramente; ed è bene costatare un fatto importante: nonostante il Male si sia scatenato, tuttavia proprio il Male ha portato chiarezza. Perché risulta chiaro, a chi vuol vedere, dove sta la Vera Chiesa Cattolica e dove sta quella falsa.

Dove c'è sempre tanto Male, la Provvidenza dispone che ci sia sempre anche tanta Grazia a cui attingere. A dimostrazione che il demonio viene sempre messo sotto scacco dal Buon Dio. (Cfr. QUI; ndr). La Luce è sempre più forte del Buio ed è sempre possibile fare il bene anche dove il male sembra prevalere.

La presenza nella Chiesa di sacerdoti, vescovi, cardinali e tutti coloro che sono dediti a distruggere ogni parvenza di cattolicità, ha paradossalmente obbligato ciascuno di noi a fare una scelta: o di qua o di là.

(Ricordiamo le parole del Signore: "Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde" ‒ Matteo 12,30).

Ora tutti hanno gettato la maschera e sappiamo qualcosa di più su cosa si cela nel cuore di molti soloni che si definiscono cattolici. "Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo" (Luca 6, 43-45).

Ciò significa che, una volta riconosciuto dove sta il Male, è possibile indirizzarsi verso il Bene e fortificarsi nonostante tutte le difficoltà che ci investono.

E a proposito di quei soloni, accademici boriosi, intellettuali da strapazzo, la cui arroganza e pienezza di sé è spesso mascherata da falsa umiltà, dediti ad usare le persone per i propri scopi personali e per soddisfare la propria vanagloria, Bernanos diceva: "L'intellettuale è così spesso un imbecille che dovremmo sempre considerarlo tale fino a prova contraria".

Fortunatamente ci sono anche studiosi, saggisti e personalità di spicco che mettono la loro preparazione al servizio del prossimo con sincera umiltà e senza secondi fini, compiendo un grande atto di carità.

Perciò, se non si intende ricorrere ai libri o alla visita di siti internet affidabili per approfondimenti, ben vengano incontri o seminari per fare il punto della situazione su determinati argomenti... tuttavia, sono persuaso del fatto che nel momento storico attuale, non si senta urgenza di conferenze ma di preghiere. [...]


Leggere QUI il Potere della Preghiera scoperto dalla Scienza.

Ed ora, ecco un corposo stralcio di un articolo del prof. Francesco Lamendola che, come sempre, è ineccepibile dal punto di vista letterario e linguistico, ma soprattutto chiaro e comprensibile a tutti.

Il testo si può leggere nella sua interezza QUI, e riguarda sia l'aspetto politico e sociale di ciò che sta accadendo oggi, sia la deriva disastrosa della Chiesa guidata da Bergoglio, il "Falso Profeta", eletto invalidamente dalla Massoneria Ecclesiastica. Perciò pubblico, per ovvi motivi di brevità, solo quanto concerne la parte ecclesiale.

UN TRADIMENTO "INAUDITO"

[...] Ancora più mostruoso, ancora più inconcepibile è il tradimento di chi, sacerdoti, vescovi, cardinali e papa, invece di custodire intatta la fede dei credenti, invece di difendere e proclamare la dottrina, si adoperano ogni giorno, con perseveranza diabolica e con astuzia infernale, per sgretolare la fede, per stravolgere la dottrina, e quindi per tradire centinaia di milioni di credenti.

Ecco; se qualcuno nutrisse per caso dei dubbi sull'esistenza del diavolo e dell'inferno, non ha che da osservare quel che fa e che dice, e tutto quel che non fa e non dice, il signore argentino che indegnamente siede sulla cattedra di San Pietro; la luce malvagia che brilla nei suoi occhi quando offende, scandalizza, disorienta e addolora milioni di fedeli (cfr. QUI; ndr) e si compiace della servile idolatria che le folle ‒ sempre più assottigliate, in verità, ma questo i mass-media non lo dicono – gli tributano, in forme quasi superstiziose; e paragonare tutto ciò, e l'opera, altrettanto sciagurata, dei suoi servitori e di molti vescovi e sacerdoti, con quel che dicevano e facevano i papi del passato, fino allo sciagurato Concilio Vaticano II; perché, inutile girarci attorno, è quello lo spartiacque, e non altro.

Ora stiamo assistendo ad una impressionante accelerazione dell'autodistruttiva strategia da parte del clero apostatico; ma l'apostasia è partita da lì: non dal post-concilio, da una deformazione dei suoi documenti, da una serie di abusi e di forzature delle sue affermazioni.

Quando mai un papa, parlando ai fedeli nel corso di un'omelia della santa Messa, ha chiamato cani selvaggi quelli che lo criticano? Eppure il signore argentino lo ha fatto, poco dopo l'affare Viganò: invece di rispondere a quel dossier – lui non risponde mai, lo si era già visto coi «Dubia» dei quattro cardinali – ha chiamato cani selvaggi quelli che lo criticano, e pur se non li ha citati esplicitamente, tutti quanti hanno capito a chi si riferiva (cfr. QUI; ndr).




Come ha osservato Marcello Veneziani (cfr. QUI; ndr), che non è sospettabile di simpatie integraliste e tradizionaliste, questo 'signore', fin da quando è stato eletto – ma bisogna vedere, appunto, come è stato eletto: ad opera di una congiura massonica che i suoi autori non si sono neanche dati la pena di nascondere più di tanto – si è posto l'obiettivo di spaccare la Chiesa, di cacciare i cattolici che non ci stanno e di farli sentire in colpa, costringendoli ad andarsene.

È lui, e non loro, ad aver lanciato l'attacco: è lui a portare la responsabilità di questo fatto senza precedenti nella storia: di un papa che vuol creare uno scisma, che vuole rompere del tutto con la tradizione, che vuole instaurare, forse, una nuova religione, nella quale il cattolicesimo sarà solo, annacquato e geneticamente modificato, una delle componenti.

Per questo sceglie di parlare ai non cattolici; per questo va in visita nei Paesi non cattolici; per questo non parla di Gesù Cristo, se appena ne può fare a meno; per questo non difende la dottrina, ma l'attacca; e per questo rifiuta perfino d'impartire una benedizione ai fedeli (ved. video al minuto 35:40; ndr), o di rivolgesi a loro con un linguaggio religioso.




Per questo corteggia i protestanti, i giudei, gli islamici; per questo parla sempre e solo di politica; per questo gode ad apparire come l'icona mondiale delle sinistre, siano queste di stampo liberale o di stampo radicale.

Per questo ostenta stima verso la Bonino e amicizia verso Scalfari; per questo esalta don Milani, ma tace padre Pio; per questo magnifica i ribelli e ignora i veri Santi, i mistici,  le  anime  spirituali;  per  questo  fa  stampare francobolli  in  onore di Lutero e minimizza i cento anni delle apparizioni di Fatima (ved. QUI; ndr): ha fastidio del culto mariano, ha fastidio della pietà cattolica, ha fastidio della vera devozione.

E per questo permette all'eretico Enzo Bianchi di asserire che Gesù Cristo era solo un profeta; per questo consente alla Comunità di Sant'Egidio di trasformare chiese e basiliche  in sale mensa  per i poveri  (ved. QUI e QUI; ndr);  per questo ha finto di non vedere l'eutanasia perpetrata sul piccolo Alfie Evans, e ha lasciato che i vescovi inglesi ringraziassero quell'ospedale per ciò che aveva fatto; per questo ha deciso di commissariare i francescani dell'Immacolata, spingendoli a uscire a centinaia dalle loro case (ved. QUI; ndr); per questo si rifiuta di fare pulizia nell'orribile congrega di pervertiti che spadroneggia nelle sacre stanze e che profana la santità di molte curie vescovili.

Ormai bisogna essere ciechi per non vedere chi è e che cosa vuole fare costui: è passato il tempo della prudenza, dell'esitazione: è arrivato il momento di alzarsi in piedi e dire no, gridare basta allo scempio diabolico che costui vuole fare a danno dei fedeli.

La Chiesa non è sua, e neppure nostra. È stata voluta da Gesù Cristo, è stata difesa con il sangue da decine di generazioni di fedeli; i martiri della fede si contano a milioni nel corso della storia.

Non possiamo più consentire a questo signore argentino, ignorante, narcisista, squilibrato, cinico e insolente, di distruggere un'opera che è stata realizzata a così caro prezzo; non possiamo permettere ad una generazione di preti da nulla, infarciti di politica di basso profilo, gonfi di pregiudizi ideologici, senza nulla di spirituale, senza nulla di cristiano, di usurpare le loro parrocchie, perfino di chiudere le chiese, a loro piacimento, nel giorno di Natale, per protestare, come dicono, contro il decreto sicurezza voluto dal ministro Salvini. (Cfr. QUI; ndr).

(Ma qualcuno di questi preti si salva! E si chiama proprio Salvo Priola; vedere video; ndr).



Questi signori vanno cacciati a pedate nel sedere. Le chiese non sono loro, la santa Messa non è loro. Se si permettono di abolirla, offendono i fedeli e li privano del loro nutrimento spirituale: il Sangue e il Corpo di Gesù Cristo.

La cosa, dal loro punto di vista, si spiega e non è poi tanto grave: per loro la Messa è ben altro; non è il rinnovarsi del Sacrificio di Cristo, ma un pulpito da cui distribuire sermoni di carattere politico e sociale.

Questi  infingardi  sfrontati  hanno  usurpato  la  Sposa  di  Cristo,  la  manomettono, la insozzano: gente che, se lavorasse nel privato, verrebbe licenziata in tronco in meno di ventiquattro ore, perché si comporta come se avesse il diritto di fare o dire qualsiasi cosa, anche la più contraria allo spirito del lavoro che sono chiamati a svolgere.

Guadagnano male il loro salario, così come abusano di tutti i beni materiali che la pietà dei fedeli ha accumulato nel corso dei secoli. Le chiese, i seminari, le curie episcopali, gli uffici diocesani, gli oratori, le parrocchie, le missioni, il denaro per mandare avanti tutto ciò, non è loro: è stato loro affidato, affinché lo adoperino per i fini della religione cattolica.

Per aiutare i poveri, gli orfani, le vedove; ma anche per diffondere la verità di Cristo, per convertire il mondo: non per inchinarsi davanti al mondo, né per approvare l'immoralità del mondo.

Che ci fa la signora Bonino nelle chiese cattoliche? Che ci fanno i sacerdoti gay, gli animatori parrocchiali gay, che si proclamano tali in pubblico? Che ci fanno le mense dentro le chiese, nei luoghi di preghiera? Non ci sono altri locali per allestire il pranzo di Natale? Bisogna proprio farlo dentro le basiliche?

Sì: essi vogliono farlo proprio lì al preciso scopo di desacralizzare le chiese e la religione, di ridurre Gesù, come dice l'eretico Enzo Bianchi, similmente a come  vorrebbe  l'indegno  «signore»  argentino,  al  ruolo  di  un  semplice profeta.

Ebbene, non s'illudano: noi non ce andremo mai, sono loro che devono uscire. Che siano coerenti e che fondino la loro chiesa protestante.

A noi basta Gesù, Figlio di Dio: ci basta la Fede dei nostri padri, delle nostre nonne. I Rahner e i Kasper li lasciamo ad altri...

Francesco Lamendola

"La Cacciata dei Mercanti dal Tempio" di Giovanni Antonio Fumiani

Conclusione: Parole Sante! È ora che questo obbrobrio finisca! Ma è indispensabile rendersene consapevoli, per poi, ovviamente, informare il più presto possibile i nostri simili della reale situazione che stiamo vivendo.

Relazione, adattamento e cura di Sebirblu.blogspot.it

     "   : unavox.it
     "   : accademianuovaitalia.it

giovedì 20 dicembre 2018

Mons. Bux: Si INDAGHI sulla RINUNCIA di Ratzinger!




Sebirblu, 20 dicembre 2018

Riporto alcuni passi, a mio avviso importanti (mentre consiglio i lettori di leggere l'esauriente testo intero QUI), di un'intervista che monsignor Nicola Bux ‒ teologo consultore della Congregazione per le cause dei santi (dopo esserlo stato in quella della dottrina della fede, del culto divino e dell'ufficio delle celebrazioni pontificie) ‒ ha concesso al vaticanista Aldo Maria Valli.

Ho ritenuto di doverla abbreviare affinché tutti coloro che non sono inclini ad interessarsi di vicende ecclesiali e forse attirati soltanto dai vergognosi scandali che purtroppo continuano ad infangare la gerarchia romana, possano rendersi conto che, seppur terribile, non è questo il problema centrale e più grave che la Chiesa vive oggi.

Essa infatti è in piena caduta libera, in quanto «coloro che vogliono "migliorare" la dottrina, falsificandola, non sono per nulla disciplinati, mentre altri, che restano chiaramente fedeli alla Parola di Cristo, sono accusati di essere "rigidi" e "farisei".»

Chi non dovesse vedere il video sullo smartphone clicchi QUI.



La morsa intorno all'argentino "Vescovo di Roma" si fa sempre più stretta e in molti, soprattutto nel clero, si stanno accorgendo delle sue eresie e dei suoi modi a dir poco dittatoriali lontani dal vero insegnamento cristico. (Ved. QUI don Elia e QUI don Minutella).

Questo è il motivo per cui l'ex braccio destro per la dottrina della fede di Benedetto XVI, mons. Bux, ha esposto ad "alta voce" ciò che sta accadendo ora tra le Mura Leonine.

Bisogna dire, inoltre, che tale intervista è rimasta negletta per via del Sinodo dei Giovani organizzato a Roma, che ha distolto l'attenzione dalle critiche sempre più decise di prelati, vescovi e cardinali dissenzienti dal magistero eretico ed apostata (e a volte addirittura blasfemo) di Bergoglio.

Mons. Bux ha anche sottolineato la tendenza del "papa" a rimanere in silenzio di fronte alle accuse sempre più aspre, citando l'avvertimento di San Pio X nella sua enciclica "Pascendi Dominici Gregis": «Non confessare mai la propria eresia» è «il comportamento tipico dei modernisti, che possono così nascondersi in seno alla Chiesa».

Mons. Nicola Bux e il dott. Aldo Maria Valli

Ecco dunque le parti più salienti dell'incontro fra il dottor Valli e monsignor Bux:

Dr. Valli: Don Nicola, eresia e scisma, parole che sembravano sparite dal vocabolario dei cattolici, stanno tornando al centro di numerose analisi e osservazioni sulla situazione attuale della Chiesa... [...]

Mons. Bux: «Il fatto che il pontefice stesso, mediante il suo magistero, sia incorso in affermazioni eretiche è ormai al centro di un vasto dibattito, che di giorno in giorno si fa sempre più appassionato.» [...]

Dr. Valli: ...È realistico immaginare che dal papa possa arrivare una risposta e che si possa giungere ad una sua professione di fede per dissipare dubbi e ombre?

Mons. Bux: «L'unità autentica della Chiesa si fa nella verità. La Chiesa è stata posta dal Fondatore – Colui che ha detto: "Io sono la Verità"... Senza la verità non sussiste l'unità, e la carità sarebbe una finzione.

L'idea che la Chiesa sia una federazione di comunità ecclesiali, un po' come quelle protestanti, renderebbe difficile al papa fare una professione di fede cattolica. [...]

Non pochi vescovi e parroci pertanto si trovano in grande imbarazzo, a causa di una situazione pastorale instabile e confusa. Stando così le cose, mi sembra realistico pensare ad un "tavolo" all'interno della Chiesa, per capire che cosa sia cattolico e cosa non lo sia.» [...]

Dr. Valli: "E se il confronto non ci sarà?"

Mons. Bux: «Temo che si approfondirà l'apostasia e si allargherà lo scisma di fatto. Proprio il confronto razionale e caritatevole dentro la Chiesa renderebbe necessaria la professione di fede del papa, con abiura, di conseguenza, degli eventuali errori ed opinioni erronee dichiarate sino a quel momento per riaffermare la fede cattolica quale termine di paragone, regola di ogni cattolico.» [...]




Dr. Valli: "Molti si chiedono: se il papa si sente libero di cambiare un articolo del Catechismo secondo le mutate esigenze del popolo di Dio o la diversa sensibilità dell'uomo d'oggi, potrà farlo anche in altri punti, ancora più rilevanti?"

Mons. Bux: «È un interrogativo davvero inquietante e, del pari, una preoccupazione legittima quella di tenere indenne il "depositum fidei" dalle sensibilità contingenti della società di oggi o di domani.» [...]

Dr. Valli: "Ma perché secondo lei sarebbe auspicabile una professione di fede? E se Bergoglio, come tutto lascia pensare, non la farà, che cosa potrebbe succedere?"

Mons. Bux: «L'allontanamento e  la  deviazione  dalla  fede  si  chiama eresia,  parola  che viene dal greco "airesis" e vuol significare scelta e assolutizzazione di una verità, minimizzando o negando le altre che sono nel novero della dottrina cattolica (ricordo a questo proposito che il card. Von Balthasar scrisse un saggio intitolato "La verità è sinfonica").

Ovviamente, però, la deviazione deve essere manifesta e pubblica. E in caso di eresia palese, secondo san Roberto Bellarmino, il papa può essere giudicato. [...]

Il pontefice è chiamato dal Signore a diffondere la fede cattolica, ma per farlo deve dimostrarsi capace di difenderla... altrimenti la Chiesa cessa di essere colonna e fondamento della verità. Perciò, chi non difende la vera fede decade da ogni incarico ecclesiastico, patriarcale, eparchiale, eccetera.»




Dr. Valli: "Scusi don Nicola, sta dicendo che in caso di eresia, proprio come un cristiano eretico cessa di essere membro della Chiesa, anche il pontefice cessa di essere papa e capo del corpo ecclesiale, e perde ogni giurisdizione?

Mons. Bux: «Sì, l'eresia intacca la fede e la condizione di membro della Chiesa, che sono la radice e il fondamento della giurisdizione. Questo è il pensiero dei padri della Chiesa, in specie di Cipriano, che ebbe a che fare con Novaziano, antipapa durante il pontificato di papa Cornelio (cfr. Lib. 4, ep. 2). Ogni fedele, compreso il pontefice, con l'eresia si separa dall'unità della Chiesa...

Di fronte a questa eventualità, così grave per la fede, alcuni cardinali, o anche il clero romano o il sinodo di Roma, potrebbero ammonire il papa con la correzione fraterna, potrebbero "resistergli in faccia" come fece Paolo con Pietro ad Antiochia; potrebbero confutarlo e, se necessario, interpellarlo al fine di spingerlo a ravvedersi.

In caso di pertinacia del papa nell'errore, bisogna prendere le distanze da lui, in conformità con ciò che dice l'Apostolo (cfr. Tito 3,10-11). Inoltre la sua eresia e la sua contumacia andrebbero dichiarate pubblicamente, perché egli non provochi danno agli altri e tutti possano premunirsi. Nel momento in cui l'eresia fosse notoria e resa pubblica, il papa perderebbe ipso facto il pontificato...

Se il papa non si comporta da papa e capo della Chiesa, né la Chiesa è in lui né lui è nella Chiesa. Disobbedendo alla legge di Cristo, oppure ordinando ciò che è contrario al diritto naturale o divino, ciò che è stato sancito universalmente dai concili o dalla Sede apostolica, il papa si separa da Cristo, che è il capo principale della Chiesa e in rapporto al quale si costituisce l'unità ecclesiale...

Non nascondo, però, che quanto indicato, sebbene sia limpido e liscio nella teoria, nella pratica incontra molte difficoltà; inconvenienti anche di carattere canonistico.»




Dr. Valli: "Ammettiamo, comunque, che si possa arrivare a un tal punto. Quali le conseguenze per la fede e per la Chiesa?"

Mons. Bux: «Chi vuol essere papa non può rinnegare la verità cattolica, anzi, deve aderirvi in toto se vuole rivendicare l'autorità magisteriale.

Vale infatti ciò che Ratzinger scriveva anni fa, sottolineando che il pontefice non può "imporre una propria opinione", ma deve "richiamare proprio il fatto che la Chiesa non può fare ciò che vuole e che anch'egli, anzi proprio lui, non ha facoltà di farlo", perché "in materia di fede e di sacramenti, come circa i problemi fondamentali della morale", la Chiesa può solo "acconsentire alla volontà di Cristo". [...]

In breve, se il papa non custodisce la dottrina, non può esigere la disciplina; se poi perdesse la fede cattolica, decadrebbe dal soglio petrino.

"Il potere delle chiavi di Pietro non si estende fino al punto che il Sommo Pontefice possa dichiarare 'non peccato' quello che è peccato, oppure 'peccato' quello che non è peccato. Ciò sarebbe, infatti, chiamare male il bene, e bene il male, la qualcosa è, sempre è stata e sarà lontanissima da colui che è il Capo della Chiesa, colonna e fondamento della verità" (cfr. Roberto Bellarmino, De Romano Pontifice, lib. IV cap. VI, p. 214, e anche Lumen gentium, n. 25).

Di conseguenza il papa che, quale persona privata, si identificasse con l'eresia, non sarebbe più Sommo Pontefice o Vicario di Cristo sulla terra.» (Cfr. QUI e QUI; ndr).

Chi non dovesse vedere il video seguente sullo smartphone, clicchi QUI



Dr. Valli: "Lei stesso, però, ha detto che ci sono difficoltà pratiche non di poco conto…

Mons. Bux: «Per un papa, in effetti, vige una sorta di immunità da giurisdizione. Per cui, sebbene in teoria si affermi che i cardinali possono accertare la sua eresia, certamente nella pratica la cosa diventerebbe difficile, a causa del fondamentale principio "Prima sedes a nemine iudicatur", ripreso dal can. 1404 c.i.c. Nessuna chiesa, in quanto figlia, può giudicare la madre, cioè la Sede apostolica.

Ancor meno alcuna pecora del gregge può ergersi a giudicare il proprio pastore. Se guardiamo come è stato applicato questo principio nella storia della Chiesa, e del papato in particolare, notiamo che anche in caso di accusa di eresia, o addirittura vera e propria apostasia del papa, tutto si è concluso con un nulla di fatto. [...]

Dr. Valli: "Insomma, tante difficoltà pratiche..."

Mons. Bux: «Un ulteriore problema è, poi, nell'individuazione degli esatti contorni di un'eresia. Guardi, a differenza del passato, la teologia non è più affidabile, ma è diventata una sorta di arena nella quale converge tutto ed il suo contrario. Per cui, affermata una verità, vi sarà sempre qualcuno disposto a difendere l'esatto contrario.

Come vede, esistono diverse complicazioni pratiche, teologiche e giuridiche sulla questione del giudizio riguardante il papa eretico.

Forse, e lo dico proprio da un punto di vista pratico, sarebbe più agevole esaminare e studiare più accuratamente la questione relativa alla validità giuridica della rinuncia di papa Benedetto XVI,  se  cioè  essa sia piena o parziale ‒ "a metà",  come qualcuno ha detto ‒ (ossia Mons. Georg Gänswein, ved. QUI; ndr) o dubbia, giacché il concetto di una sorta di papato collegiale mi sembra decisamente contro il dettato evangelico.


La fulminante risposta del Cielo per il destino della Chiesa di Roma e del papato, proprio
lo stesso giorno delle dimissioni di Benedetto XVI, avvenute l'11 febbraio 2013.

Gesù non disse, infatti, "tibi dabo claves..." (regni cælorum = Ti darò le chiavi del regno dei cieli ‒ Mt 16, 15-19; ndr). rivolgendosi a Pietro e ad Andrea, ma lo disse solo a Pietro!

Ecco perché dico che, forse, uno studio approfondito sulla rinuncia potrebbe essere più utile e proficuo, nonché aiutare a superare problemi che oggi ci sembrano insormontabili.

È stato scritto: "Giungerà anche un tempo delle prove più difficili per la Chiesa. Cardinali si opporranno a cardinali e vescovi a vescovi. Satana si metterà in mezzo a loro. Anche a Roma ci saranno grandi cambiamenti" (Saverio Gaeta, Fatima, tutta la verità, 2017, p. 129).

E questo grande cambiamento, con papa Bergoglio, lo possiamo vedere in maniera palpabile, stante la chiara intenzione di segnare una linea di discontinuità o rottura con i precedenti pontificati. Questa discontinuità – una rivoluzione – genera eresie, scismi e controversie di varia natura.» [...]

Dr. Valli: "Anche la liturgia ha risentito di tutto ciò, e lei lo ha scritto più volte nei suoi libri..."

Mons. Bux: «Esatto. Si celebra come se Dio non fosse presente... una animazione mondana.

Ma qui ci confortano le parole che sant'Atanasio di Alessandria rivolgeva ai cristiani che soffrivano sotto gli ariani (i quali non credevano nella divinità del Cristo, come spesso ribadito da don Minutella sul neo-arianesimo d'oggi; ved. QUI e il video che segue, ma chi non dovesse vederlo sullo smartphone clicchi QUI; ndr).




(Ecco, dunque, ciò che diceva Sant'Atanasio in piena eresia ariana):

"Voi rimanete al di fuori dei luoghi di culto, ma la fede abita in voi. Vediamo: che cosa è più importante, il luogo o la fede? La vera fede, ovviamente. Chi ha perso e chi ha vinto in questa lotta, chi mantiene la sede o chi osserva la fede? (Cfr. QUI, QUI, QUI e QUI; ndr). È vero, gli edifici sono buoni, quando vi è predicata la fede apostolica; essi sono santi, se tutto vi si svolge in modo santo...

Voi siete quelli che sono felici, voi che rimanete dentro la Chiesa per la vostra fede, che la mantenete salda nei fondamenti come sono giunti fino a voi dalla tradizione apostolica, e se qualche esecrabile gelosamente cerca di scuoterla in varie occasioni, non ha successo.

Loro sono quelli che si sono staccati da essa nella crisi attuale. Nessuno, mai, prevarrà contro la vostra fede, amati fratelli, e noi crediamo che Dio ci farà restituire un giorno le nostre chiese.

Quanto più i violenti cercano di occupare i luoghi di culto, tanto più essi si separano dalla Chiesa. Essi sostengono che la rappresentano, ma in realtà sono quelli che a loro volta sono espulsi da essa e vanno fuori strada" (Coll. Selecta SS. Eccl. Patrum. Caillu e Guillou, vol. 32, pp 411-412).

Dr. Valli: "In conclusione, possiamo dire che l'eresia non consiste solo nel diffondere dottrine false, ma anche nel tacere la verità sulla dottrina e sulla morale?"

Mons. Bux: «Certamente sì. Se a qualcuno desse fastidio il termine dottrina, usi il termine insegnamento, perché entrambi sono la traduzione del greco 'didachè'. Dove manca la dottrina, vi sono problemi morali, come stiamo vedendo!

Quando il papa e i vescovi fanno questo, utilizzano il loro ufficio per distruggerlo. Dice sant'Agostino: pascono se stessi, cercano i propri interessi, non già gli interessi di Gesù Cristo, proclamano la sua parola ma per diffondere le loro idee.

Il nome di Gesù Cristo, diceva il cardinale Biffi, è diventato una scusa per parlare d'altro: migrazioni, ecologia, eccetera. Così non siamo più unanimi nel parlare (1 Cor 1,10) e la Chiesa è divisa.»

Relazione, adattamento e cura di: Sebirblu.blogspot.it