mercoledì 5 novembre 2014

A Valdaj, Putin denuncia l'11 Settembre e il NWO




Il Discorso di Putin a Valdaj: 

"Il Disordine planetario e il Ritorno alla saggezza"

Il presidente Vladimir Putin ha concluso i lavori dell'undicesima sessione del Club di Valdaj che si è svolto a Sochi dal 21 al 24 ottobre ultimo scorso.

Il tema era: l'ordine mondiale, nuove regole o assenza di esse? Ho avuto la possibilità di partecipare a questi dibattiti molto ricchi sia per la loro libertà quanto per l'elevatezza del tono che onorano la Russia nel dialogo con il mondo intero.

Il premier russo si è espresso davanti a 108 esperti di politica estera, di cui 62 inviati stranieri provenienti da 25 paesi diversi, e si è mostrato molto schietto nella sua analisi sulla crescita del caos globale, sebbene tracci delle linee di speranza per un mondo pacifico.

1) Il Pianeta minacciato dal Disordine in aumento.

Secondo Putin, l'aspetto planetario muta e la storia mostra che il cambiamento si accompagna in generale a gravi conflitti. I fondatori dell'ordine mondiale bipolare dopo la seconda Grande Guerra si rispettavano. Ora non più.

Gli Stati Uniti si sono dichiarati i soli vincitori della guerra fredda ed hanno stimato che potevano rimodellare il globo in funzione solo dei loro interessi. Il diritto internazionale è stato calpestato a vantaggio dell'arbitrarietà del più forte e ci si è serviti dei media ai fini di una propaganda unilaterale.

La forza militare, il ricatto economico e la suddetta propaganda sono stati imposti al mondo ma hanno provocato risultati spesso contrari. L'esagerazione, in un certo senso, alimenta l'eccesso inverso, come aveva già mostrato la filosofia greca dopo Eraclito.

Gli Stati Uniti hanno patrocinato dei gruppi estremisti islamici, dapprima contro l'URSS e in seguito con gli attentati dell'11 settembre a New York, e questo ha aperto loro gli occhi sul pericolo del nuovo scenario apertosi.



Le Torri gemelle nell'agosto 2001 quando svettavano ancora sull'orizzonte di Manhattan

Tuttavia, le azioni militari contro l'Iraq, l'Afghanistan e la Libia spesso condotte disdegnando il parere dell'ONU, hanno dato risultati opposti a ciò che si era sperato.

Oggi, un barbaro movimento islamita progredisce militarmente in Irak con uomini esperti ed armi sofisticate. Il denaro viene dalla droga e dal petrolio e l'Occidente ha lasciato fare, agevolando gli stessi terroristi quando si trattava di abbattere dei regimi laici aborriti.

Il mondo unipolare dominato da Washington dimostra di non battersi per qualche cosa, perché continua soltanto ad additare avversari secondo la logica geopolitica vicina al nazismo di Carl Schmitt che consisteva prima di tutto nella designazione del nemico.

Nel campo economico, si è arrivati a ritrattare i principi stessi dell'economia di mercato che invece si pretendeva di difendere. Le sanzioni contro la Nazione russa rimettono in causa il libero commercio e la proprietà privata. Si vuole isolare la Russianota il Presidente Putin.

Questo mi ricorda come Napoleone volesse emarginare l'Inghilterra con il suo «blocco continentale». È per renderlo più efficace che attaccò la Russia provocando così la sua disfatta. Voler isolare economicamente il nostro Stato è assurdo: sarebbe sufficiente guardare una carta geografica.



La Campagna Napoleonica Russa di Jean Louis Ernest Meissonier - 1814

La Russia non si separerà mai dall'Europa a motivo dei potenti legami economici che esistono già. In più, essa è ben posizionata per sviluppare le sue relazioni con l'Asia che sta assumendo un posto crescente nell'economia mondiale.

La politica degli Stati Uniti e dei suoi satelliti europei – continua il Presidente Putin – provoca un'escalation di conflitti etnici, religiosi e sociali, come si vede adesso in Ucraina.

Ci vuole dunque una nuova politica che assicuri un minimo di equilibrio globale. È doveroso porre fine all'aumento inesorabile del caos a livello internazionale.

2) Il Ritorno all'Ordine: risposta all'ideologia imperialista di Brzezinski.

Il Premier insiste sulla cooperazione tra Stati sovrani, applicando tutte le regole del diritto internazionale e rispettando le tradizioni culturali e storiche di ogni nazione. Tutto l'insieme è nato da una lenta evoluzione che bisogna rispettare come un'eredità preziosa.

Mi ricordo degli insegnamenti ricevuti dal professor Friedrich Hayek, premio Nobel d'economia, nei suoi libri «Diritto, Legislazione e Libertà» e «Pretesa Fatale: gli Errori del Socialismo» in cui mostrava come le istituzioni derivate dall'evoluzione: la lingua, il diritto o la morale, contenessero informazioni preziose accumulate nel corso dei secoli.

Voler forzare la storia e distruggere quanto acquisito porta soltanto alle guerre e alla regressione economica e culturale.

La grande lezione dei sociologi occidentali come Edmund Burke e Hayek e dei pensatori russi come Dostoyevskij nel suo romanzo "I Demoni" sembra dimenticata oggi dagli americani, ma ripresa dalla Russia.



Ritratto di Fyodor Dostoyevskij di Vasily Perov - 1872

In avvenire gli Stati potranno vivere solo nell'interdipendenza e nel dialogo permanente. È questo rifiuto a relazionare con la Russia da parte della UE e degli USA che ha finito per precipitare l'Ucraina nel caos.

Coloro che attualmente lodano le rivoluzioni colorate (significato QUI; ndt) e ne etichettano gli artefici come "artisti brillanti", precisa Putin, non hanno appreso nulla da un ventesimo secolo rivoluzionario che ha causato tanto spargimento di sangue all'insegna di un romanticismo atto a creare un supposto «uomo nuovo».

Ed è proprio incredibilmente nel nome di quest'uomo nuovo, fascista, comunista o cosmopolita, e dei suoi diritti manipolati, che si osa opprimere l'uomo reale.

Il presidente russo propone un dialogo concreto fra l'Eurasia (Russia, Bielorussia, Kazakistan) e l'Unione Europea, e un margine di cooperazione da Lisbona a Vladivostok.

Di fronte alle sanzioni arbitrarie degli Stati Uniti e della Commissione di Bruxelles, egli propone di continuare a tenere la porta aperta!

La priorità è chiara per lui: «migliorare le nostre istituzioni democratiche, mantenere l'economia accessibile e tutto questo sulla base dei valori tradizionali e dell'amor di patria».

La Russia, aggiunge, non ha un'ambizione imperiale e vuole accrescere l'intesa collaborativa planetaria senza creare blocchi artificiali.

Il discorso di Putin contrasta con ciò che si può leggere nell'opera dello stratega ispiratore dei presidenti americani, dopo Jimmy Carter, il professor Zbigniew Brzezinski.



Zbigniew Brzezinski

Nel suo libro «La Grande Scacchiera», egli sostiene la legittimità dell'imperialismo americano, «novello impero romano che porta la civiltà ai barbari» (sic)!

Secondo lui, la Russia minaccia l'egemonia americana perché si estende fino all'Eurasia, il continente più importante della Terra. Bisogna dunque isolare la Russia e separarla dal suo ambiente naturale circostante, cominciando dall'Ucraina.

Questa ideologia è chiamata, come detto sopra, «Pretesa Fatale» secondo la definizione di Hayek, e può aumentare solamente le tensioni nel mondo, a detrimento stesso dei cittadini americani.

3) Il Declino delle qualità dei Protagonisti politici in Occidente.

Il Premier ha concluso con un tema che ci ricorda Aristotele: si sa che il grande filosofo greco scriveva che la prudenza era la qualità maggiore di un grande decisionista politico.

Questa prudenza era la saggezza applicata alle situazioni concrete. Adesso, la stessa accortezza sembra avere abbandonato parecchi dirigenti, specialmente americani.

Ciò proviene forse dal fatto che i poteri occidentali siano ormai soltanto delle democrazie apparenti, perché manovrati, in realtà, da potenti oligarchie.

Il presidente americano Eisenhower, vecchio grande generale della seconda guerra mondiale, paventava questo pericolo e l'aveva denunciato nel suo discorso d'addio nel 1961.

Temeva che la democrazia americana potesse essere fuorviata dal reticolo di poteri del «complesso militare-industriale» il quale, prendendo il dominio, avrebbe potuto utilizzare la forza dello Stato per soddisfare gli interessi delle grandi oligarchie economiche a discapito del bene comune della Nazione statunitense.

Oggi, questa predizione sembra realizzarsi e il cittadino medio americano deve rimpiangere il passato «isolazionista» del suo paese, senza cadere ancora però da un eccesso all'altro.

Questo rifiuto degli estremi, proveniente dal pensiero umanistico generato dai greci e ripreso nel cristianesimo, è oggi chiaramente espresso dal presidente Putin.

A Valdaj, egli ha descritto il pericolo del caos mondiale per il disprezzo di ogni regola e ha tracciato le condizioni di un ritorno ad un ordine più equilibrato.

Il suo discorso rappresenta perfettamente il simbolo russo di San Giorgio a cavallo che abbatte il drago: il connubio dell'intelletto (l'uomo) con il cuore (il cavallo) per disciplinare gli istinti disordinati della bestia che è presente anche in noi.



Raffaello Sanzio - San Giorgio e il Drago

Una buona politica riporta sempre ad una filosofia di saggezza che rispecchia spesso molto bene la teologia della nostra vecchia tradizione spirituale che si è cimentata con le sue prove sin dall'epoca di Costantinopoli e di Roma antica.



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