mercoledì 20 febbraio 2013

Lettere dall'Aldilà di G.Trespioli. Parte 2

 

Proseguo, cari Lettori, nel pubblicare le lettere che l'Avv. Gino Trespioli ha dettato dopo la sua dipartita terrena.

Consiglio, a chi non avesse letto il primo post esplicativo, di effettuarne la lettura onde rendersi conto di questa inestimabile ricchezza, messa pure a disposizione di tutti, con il download dei testi relativi.

Constatata l'affluenza delle visite e l'interesse suscitato da questo argomento ho deciso di pubblicare, a seguire, anche le altre lettere di volta in volta.

Ribadisco ancora l'invito a non soffermarsi sulle date perché la nozione «tempo» è  un concetto riguardante la nostra dimensione, visto che nell'Oltre, esiste soltanto l'Eterno Presente in atto.
 
 

                                                                                                                       2 Giugno 1941

Cara amica,

Ritorno a te dopo aver perlustrato alcuni luoghi meravigliosi.

Ho viaggiato fra le catene dei monti, fra i satelliti e le miriadi di stelle in movimento. Non stupirti per quel che ti dirò, e soprattutto non trovare astruso il modo di esprimermi.

I mondi?

Colossali Energie mosse dal Ritmo, il quale stabilisce nell'ambiente energetico una colorazione variopinta. Gamme su gamme si alzano e si abbassano, formando strati che si possono definire «atmosfere vitali».

Questi mondi fluidici, ma ancora fisici per energia, sono abitati. Gente strana, che pulsa intrinsecamente, determinando così l'atmosfera pensativa.

I luoghi che ho visitato, posso definirli catene, cioè legati gli uni agli altri, formanti una scala evolutiva.

Tuttavia non percepisco nè alto, nè basso; è tutto un piano stupendamente diretto da una Legge che sfugge alla comprensione degli uomini, ma che per me e per tutti coloro che la conoscono è Luce di Conoscenza.

Difatti un ardore unico ci avvolge, un desiderio intenso di ascendere, attratti dalla forza magnetica.

Per me l'ascendere significa compenetrare sempre più quella Verità che in fondo è Vita.

Non chiedermi perchè ti ho scelta a traduttrice del mio pensiero, ci conoscevamo un poco e la stessa fede, la stessa aspirazione ci spingeva verso l'Unica Méta, la «Verità ».

 


















Gli avversari di questa religione sostanziale, tendono con tutti i mezzi a demolire l'immensità di un programma Divino. Sforzi sterili che cadono nel vuoto.

I fanatici recano un grave danno alla causa Santa; questi, non avendo un appoggio di pensiero, creano con le loro esuberanze mentali molte ombre che vanno dissipate da coloro che umanamente vogliono restare nel Vero e nella Saggezza.

I risvegliati sanno che la morte è una metamorfosi, sentono che la vita ha una continuazione ininterrotta, che è corsa veloce verso il Bene Unico.

Tu, cara amica, sei fra questi ultimi, e non temi la morte. Dopo aver visitato mondi innumerevoli, ho indugiato a visitare i satelliti; essi hanno una propria vita, un moto non disgiunto legato ai mondi superiori.

La loro luce non è riflessa, si sprigiona dallo stesso movimento interno. Sono definiti satelliti perchè affiancano ritmicamente gli astri maggiori.

Le stelle che tu vedi occhieggianti dal cielo fisico, sono delle formazioni energetiche pulsanti per forza ritmica; un continuo lavorìo è fra queste masse, che si associano e si dissociano in un attimo che può essere paragonato al battere di ciglio.

Una Divina bellezza spira da tutta questa Immensità che non ha confini, separata dal piano fisico unicamente dalle energie più dense.

Tu mi dirai... ciò che mi racconti io già lo conosco, sono stata come te all'Alta Scuola Spirituale...

Permetti che io aggiunga:

Se non vi è del nuovo in queste mie lettere, è certo che esso verrà nel procedere di questa nostra conversazione spirituale; ciò che raccogli non è tanto per te ma è soprattutto per coloro che vorranno iniziarsi.

Entreranno così con maggior facilità nella Porta del Vero.

Accogli il mio saluto, e credimi l'amico
                                                                                                      
                                                                                                 Gino

 
 
                                                                                                                      13 Giugno 1941

Cara amica,

Ti avevo promesso che sarei ritornato ed eccomi a te con rinnovate energie; sono stato chiamato da un gruppo di amici per andare a perlustrare gli anelli di Saturno.

Non ho la pretesa di usare un linguaggio astronomico, ti spiegherò semplicemente la formazione di questi anelli.

Variopinti, non sono né due, né tre; il loro ritmo è violento; vanno dall'alto al basso e viceversa; mentre vibrano con forza circolare, espandono energia al di fuori della singola orbita.

Sembra un mare di fuoco talvolta sanguigno, per trasformarsi in una gamma ininterrotta. L'atmosfera astrale è bruciante, le entità non possono soggiornarvi a cagione del rivestimento fluidico contrastante con l'energia Saturnina.

Questi anelli sprigionano una potenzialità magnetica che attrae le individualità rivestite dell'identica energia. (Sono coloro che devono ripulirsi dalle «scorie» accumulate nel tempo e qui, è come se entrassero in una centrifuga; ndr). 

Definisco questo ambiente «focolare astrale». È un vulcano inimmaginabile, dal quale sprizza un'energia che si innalza gigantesca per abbattersi in milioni e milioni di pulviscoli penetranti nell'atmosfera terrestre.

Posso affermare che questi pulviscoli producono alterazioni, non solo di ordine atmosferico, ma anche psichico.

Vi è un mezzo per potersi premunire?

Per chi abita ancora nel piano fisico, la protezione è fatta dallo stesso individuo, il quale respinge con volontà tutte le energie perturbanti: malumori, nervosismi, alterazioni di pensiero e malesseri generali.

Nell'astrale, non occorre cautelarsi inquantoché il nostro rivestimento corporeo è già scudo che rigetta le energie negative.

A tal proposito, mi soffermo con te circa la mia figura. Parlando di Spiriti, la mente corre o al fantasma o a qualcosa di evanescente, di impalpabile.

Il rivestimento corporeo di cui ti parlo è un tessuto fluidico, adatto all'ambiente, e questo tende ad assottigliarsi sempre più, passando di luogo in luogo.

Io possiedo una forma trasparente, capace di mostrarsi anche all'occhio fisico se ve ne fosse la necessità. Non farò questo perchè tu mi senti al di fuori della materia, spaziante nel mondo pensativo.

Qui faccio una parentesi. La mia compagna è in grande sofferenza, a cagione dell'incerta fede; avrei voluto darle tanto conforto, purtroppo il suo stato d'animo mi respinge, è questo il suo male.

Ho voluto chiarire con te questa mia condizione in rapporto alla sua. In un giorno di incontro con lei ti autorizzo a ripeterle quanto ho detto.

Non voglio stancare il tuo arto (il braccio di Remigia Cusini che ne era l'amanuense; ndr), né consumare le energie ultrafàniche (del «tramite» Bice Valbonesi; ndr).

Chiudo questo mio contatto, salutandoti astralmente.

                                                                                                    Gino

 
 
                                                                                                                      14 Giugno 1941

Cara amica,

Sono lieto dell'accoglienza che mi fai, e soprattutto sono felice di poter comunicare con te che apprezzo per la virilità del pensiero; non è una lusinga la mia, dico ciò che sento. E a proposito di percezione spirituale, ti voglio intrattenere.

Quasi sempre l'umano così si esprime: «Tu Entità, come ci percepisci?».

Tutta la vita è vibrazione, l'uomo ha i sensi limitati; fra la massa, alcuni hanno il sesto senso mediante il quale possono raccogliere le nostre vibrazioni.

Noi percepiamo per altrettanta vibrazione. Quando tu pensi a me, tal quale mi hai conosciuto, io raccolgo la vibrazione del tuo pensiero mentre tu hai la forma mentale prodotta dal ricordo della mia immagine.

E così avviene ogniqualvolta il pensiero dell'umano si effonde in energia.

L'interessante per te, e per tutti, è la tessitura che il vostro pensiero traccia nell'astrale.

Quando l'Essere giunge dalla Terra trova il suo «Sé» interiore inciso nelle energie; ogni sorta di pensieri lascia la propria impronta, pensieri abbozzati e non proseguiti, soliloqui, incertezze, infine tutto il labirinto formantesi nella vita terrena.

Ciò che io ti espongo, non è un gioco di fantasia, è una delle grandi Realtà che possono far sorridere i materialisti induriti, ma gli altri no.

Più tardi quando ci ritroveremo a contatto, ti darò una traccia di quel che può essere l'emanazione della vita.

Avrai così, attraverso i miei scritti, tante note da formare una scala.

 





















Ti lascio buona amica, ricordati di me.

                                                                                                    Gino
 
 

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